˝Il mare d’inverno
è come un film in bianco e nero
visto alla TV…˝ Enrico Ruggeri

A pensarci, il mare d’inverno riserva quasi sempre delle sorprese.

Non è quasi mai come ce lo aspettavamo. Abituati come siamo a pensarlo, se non a vederlo, d’estate. Col caldo, con i bagnanti numerosi che si affollano tra il bagnasciuga e le onde più distanti.

Ma è proprio d’inverno che riusciamo a coglierne aspetti che, altrimenti, sarebbero sfuggiti alla nostra attenzione. L’affollamento fa sempre la differenza.

È inverno quasi finito anche in questo villaggio a Sharm El Sheike. Superba la barriera corallina che fa da ciambella protettiva ad infinite insenature e calette che si affacciano su questo acquario naturale che è il Mar Rosso.

Due giorni di sette sono già passati tra pigre riflessioni abbronzanti e pacate immersioni.

Niente lasciava presagire ciò che avremmo trovato al mattino dopo. Mare forze sette-otto, ormeggi divelti e barche catapultate sugli scogli, decine di lettini ed ombrelloni in legno e metalli fatti a pezzi ed acquisiti di prepotenza al mare.

E noi, i turisti, annichiliti davanti a tanta forza distruttiva, ma anche affascinati dallo spettacolo superbo del mare in tempesta.

Tutto il personale è impegnato a salvare il salvabile, rafforzare ormeggi, spostare attrezzature, legare cose. Ci dicono che una cosa del genere non se la ricordavano da anni ed anni e c’è crederci.

Non c’è, infatti, struttura rigida a portata di mare che sia passata indenne a questa nottata imprevedibile di burrasca che continua, anzi sembra aumentare d’intensità e violenza. Nulla, tranne il pontile. Già, il pontile.

Per favorire l’accesso alla barriera corallina, evitando nel contempo di rovinarla calpestandola, nei migliori villaggi, qui a Sharm sono stati installati pontili flottanti che consentono ai turisti di tuffarsi giusto nel punto dove la barriera sprofonda nel blu.

Non avevo mai riflettuto abbastanza su questi pontili, limitandomi a goderne della loro funzionalità. Galleggianti e flessibili, costituiti da innumerevoli cassonetti legati gli uni agli altri da snodi flessibili per adattare l’insieme al moto del mare.

Ed eccolo lì il nostro pontile, che la furia del mare ha sdradicato dal suo ormeggio ma che due istruttori del diving del villaggio, rischiando un bel po’, sono riusciti ad assicurare a due enormi corde di canapa.

Ed ora dà spettacolo, il pontile. E davanti a centinaia di ospiti affascinati, si contorce tra i marosi, ma non si spezza. Anzi, si flette assecondando i cavalloni come un enorme serpente, mentre tutto intorno è rovina e distruzione.

E viene subito da pensare al mercato, così imprevedibile come questa burrasca, e che all’improvviso sa essere crudele e distruttivo ma che, allo stesso tempo, sa offrire opportunità inaspettate a chi sappia affrontarlo con flessibilità e capacità di adattamento.

Ma viene anche da riflettere che pure le risorse migliori, quelle indispensabili per affrontarlo il cambiamento, andrebbero cercate ˝d’inverno˝.

Come dire con più calma. Prima che sia emergenza. Quando, cioè, ci si può permettere di fermarsi a parlare, per fiutarsi e conoscersi al di là delle reciproche aspettative di immediato respiro.

Prima che sia burrasca.