Ha chiuso i battenti, a Milano, ˝Dialogo nel buio˝ la mostra più visitata degli ultimi vent’anni: Gruppi di persone vedenti guidate, in stanze e ambienti differenti quali la campagna, uno chalet, il bar…, da guide non vedenti. Che nel più totale e rigoroso buio, dove si svolge il percorso, si muovono assolutamente a loro agio.
E ci aiutano ad ascoltare con nuova attenzione i rumori della natura, a sentire il profumo dell’erba tagliata di fresco, ad avvertire, con sorpresa, il calore e la vicinanza delle cose, degli oggetti. Insomma, a ˝vedere˝ cose che altrimenti sarebbero quasi certamente sfuggite alla nostra vista ˝normale˝.
Esperienza formidabile per chiunque, questa mostra spero sia stata visitata da molti colleghi perché, molto più efficacemente di altre esperienze formative, ha avuto il merito di chiarire che la diversità non è mai un handicap e che dai ˝diversi˝ possiamo apprendere modi nuovi di interpretare quella che a noi sembra la nostra ˝normalità˝.
Che l’handicap è, molto spesso, solo nella nostra mente, nella nostra resistenza al nuovo, nel rifiuto di inoltrarci in ambienti differenti dal nostro habitat abituale, per evitare rischi.
Non conosco un modo peggiore per riconoscere i segnali spesso debolissimi del cambiamento e di affrontare il mercato. E la vita.