Facile lasciarsi andare, lasciarsi trasportare dalla corrente, smettere di resistergli. E stare a vedere come andrà a finire. Umanissima e comprensibile la reazione di molti manager, pervasi da una sensazione di impotenza di fronte a situazioni all’improvviso più grandi di loro: aziende che chiudono i battenti, che riducono il personale, che trasmigrano altrove, o che – quando va bene  – ti lasciano lavorare a debita distanza dal centro dell’informazione e, se vogliamo, del potere decisionale aziendale.

Non è un bel lavorare, non è un bel progettare. Non è un bel niente. Ma solo se decidi di lasciarti trasportare dagli eventi.

Ai quali si può reagire. Certo non per cambiare il mondo o per fermare una pandemia. Ma per dare una mano al tuo futuro, questo sì che si può fare. E ci sono modi diversi di farlo. Alcuni più rischiosi altri molto meno. Dipende da te, dal tuo background, da ciò che la vita ha fatto di te.

Per farlo non ci faremo mancare nulla, da Luna Rossa che vola sulle onde alla saggezza del fantasma Wata Tanka, passando per Manu Chau e, se serve, il jazz.

Alla maniera di Luciano Ziarelli, naturalmente.