Sempre eguale a se stessa la comunicazione analogica, quella di una volta dovremmo dire, mentre corre e si evolve più di noi, la comunicazione digitale. E non sempre facciamo in tempo ad aggiornate i nostri modi, i nostri comportamenti e i nostri stessi sensi. Il rischio è di perdere qualcosa per strada: un gesto non più visibile, un sorriso che sa di empatia e chissà cos’altro. Comunicare con efficacia al tempo del digitale è più complicato, ma è indispensabile, e si può. Magari a patto di riflettere su che tipo di comunicatore siamo: visivo, uditivo o cinestesico? Pettegolo, passivo, narciso o assertivo? E dei nostri e altrui silenzi, vogliamo parlare? E, certo, parleremo anche di quelle simpatiche faccine, sempre sorridenti, anche quando dietro di esse nascondiamo i nostri sentimenti, magari molto meno sorridenti.